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INTEGRAZIONE IT e OT: quali sono le SFIDE per le Utilities?

18 Maggio 2016 Keep me updated

Il punto di vista dei componenti dell’Advisory Board di Utility Day2016, l’evento IIR in programma il prossimo 12 ottobre a Milano

Qual è lo stato dell’arte nelle Utilities? Cosa comporta l’integrazione di Information Technology e Operation Technology?

Unire OT e IT significa far colloquiare due mondi diversi, e non tutte le aziende sono riuscite a fare questo passo fondamentale” dichiara Gianluca Fusco, Trading Generation e Distribution IT Manager A2A. Il mondo OT, infatti, spesso teme che l’integrazione con l’IT porti rischi, come dei virus – “ma un sistema di campo se è isolato non corre rischi” chiosa il manager – e lo stesso mondo IT guarda a questo passaggio con una certa diffidenza. “In passato esisteva una netta separazione tra OT e IT, l’Operation Technology era infatti molto più arretrato, mentre negli ultimi anni si è fortemente evoluto e ora parla lo stesso linguaggio dell’Information Technology:  possiamo affermare che le due parti adesso possono colloquiare in modo sicuro” afferma Fusco. L’integrazione IT/OT diventa pertanto una necessità per valorizzare il patrimonio aziendale: le numerose informazioni ricavate in tempo reale grazie ai sistemi di OT devono essere gestite nel migliore dei modi. I Big Data devono essere certificati a livello aziendale, cioè universalmente interpretati, e poi condivisi. “Solo attraverso l’integrazione tra tecnologia e business si raggiungerà l’efficienza – continua Fusco – e per rendere omogenee le prestazione è necessaria l’automazione del processo e quindi l’introduzione della Business Analytics”.

All’Advisory Board di Utility Day partecipa anche Marcello Bondesan, Energy Engineering Department Director HERA: la sua presenza ci consente di capire anche il punto di vista del distributore in ambito reti. “Per una azienda come Hera sono tre i temi dove l’integrazione IT/IOT gioca un ruolo fondamentale: la gestione fisica delle reti, il metering e i sistemi operativi centrali. Per quanto concerne le reti, il nuovo paradigma è il concetto di resilienza, ovvero la capacità di adattarsi e reagire in maniera sempre più autonoma a disturbi esterni. Diventa pertanto fondamentale la velocità bidirezionale, cioè la capacità di ricevere dati dal campo tempestivamente, di interpretarli “velocemente” e ritrasmettere nuovamente in campo le necessarie attuazioni, spiega il manager. E continua “Nel metering, invece, lo scambio dati è minore ma è basilare l’affidabilità del dato di lettura. Per la comunicazione è importante applicare le giuste strategie per un uso dell’energia più proficuo e quindi disporre di sistemi a basso consumo energetico. Infine, per le nostre aziende non dobbiamo dimenticare che il cantiere è rappresentato dall’intero territorio servito: pertanto, dobbiamo fornire agli operatori i sistemi per fare pianificazione e consuntivazione degli interventi, oltre che la cartografia grazie ai sistemi GIS spostando così verso il campo le capacità di elaborazione che fino a qualche tempo fa erano disponibili solo sui sistemi centrali.” Ma quindi come devono essere i sistemi? “caratterizzati da una forte integrazione, che ne consenta la pronta adattabilità al mutare delle regolamentazioni dell’Autorità” conclude Bondesan.

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